Se non è
"Provvidenza"...
Un "viaggio" di
oltre 600 chilometri, attraverso la Costa
d’Avorio.
Il motore dell’auto improvvisamente si "guasta". Che fare?
Un susseguirsi di "imprevisti" e "contrattempi",
puntualmente seguiti da insperate "soluzioni",
fino al "sospirato" rientro a casa.
P.
ROMANO STUCCHI
("Missionari
del Pime", Gennaio-Febbraio 2012)
Vorrei raccontarvi il mio lungo
e faticoso Viaggio da Abidjan
a Kani,
una distanza di circa 600 chilometri! Forse scrivere queste righe potrà
aiutarmi a prendere coscienza della "Divina Provvidenza", con la quale
il Buon Dio mi sta accompagnando...
Il Lunedì ho accompagnato Marco
all’Aeroporto, perché doveva partire per il Camerun.
Il Martedì l’ho dedicato al riposo, mentre il Mercoledì mattina sono partito
per ritornare a Kani.
Sono partito alle sette e trenta. Dopo aver percorso circa 120 chilometri, di
colpo il motore si blocca, tutte le spie del cruscotto si accendono ed un gran
fumo esce dal cofano. Non solo! Mi trovavo su una salita, stavo per oltrepassare
una collina, su una strada stretta e molto trafficata. Pensate che, dopo il
guasto, ho dovuto attendere più di cinque minuti, prima di poter scendere dalla
macchina. I veicoli che passavano erano talmente tanti, che non riuscivo nemmeno
ad aprire la portiera. Una volta sceso in strada, ho dato rapidamente uno
sguardo al paesaggio attorno a me e mi son detto: «E adesso, che cosa faccio
qui?». Guardando bene, ho visto che, a un centinaio di metri più indietro, c’era
uno "spiazzo". Per fare retrocedere la vettura è stato abbastanza
facile, perché la strada era in discesa. Così ho potuto parcheggiare l’auto
al di fuori della strada. Ho tirato un primo, piccolo sospiro di sollievo: ero
uscito dalla zona di pericolo!
Ho preso il cellulare e, ovviamente, nel punto in cui ero, non c’era campo...
Grazie a Dio, non ero solo in macchina! Un signore che si trovava ad Abidjan e,
anche lui, doveva andare a Kani, mi aveva chiesto un passaggio. Mi ha proposto
di recarmi nel Villaggio che avevamo appena oltrepassato per vedere se, per
caso, ci fosse un meccanico. Io non mi ricordavo nemmeno di aver appena
oltrepassato un Villaggio. Ho chiesto al mio passeggero di restare vicino all’auto,
mentre io mi sarei recato al Villaggio. Mi sono messo in cammino! Come se non
bastasse, stava piovendo... Il Villaggio si trovava a circa tre chilometri. I
primi due li ho percorsi a piedi. Ricordo molto bene che, in quel momento, la
mia mente era assolutamente incapace di pensare. Non riuscivo ad immaginare come
sarei potuto uscire da quella situazione!
Nell’ultimo chilometro ho trovato una macchina che, gentilmente, mi ha offerto
un passaggio. C’erano già sei persone a bordo, ed io ero il settimo! Mi
sentivo come una sardina in scatola! Arrivato al Villaggio, ho trovato un
meccanico al quale ho spiegato il mio problema. Lui non possedeva una macchina
propria. Abbiamo cercato un’auto nel Villaggio, ed abbiamo trainato la
macchina fino al Villaggio stesso. E qui ho tirato il mio secondo sospiro di
sollievo!
Ma il guasto era grave! Avevo perso tutta l’acqua del radiatore, per cui avevo
fuso la guarnizione della testa. Eppure, prima di partire, avevo verificato i
livelli... Inoltre la lancetta della temperatura, che si trova sul cruscotto,
non aveva segnalato niente di anomalo. Non riuscivo a capire come fosse potuto
succedere. Sapevo solo che era successo! Ho chiesto al meccanico se si poteva
fare qualcosa. L’unica soluzione era smontare la testa del motore, andare ad
Abidjan per rettificarla e comprare un’altra guarnizione. Dopo di che, si
sarebbe potuti tornare al Villaggio e rimontare il tutto. Quando ha finito di
smontare la testa, era all’incirca mezzogiorno. Continuava a piovere! Ho dato
dei soldi al meccanico, perché con un veicolo pubblico potesse andare ad
Abidjan, e fare quello che era necessario. Io avrei aspettato il suo ritorno nel
Villaggio. Il mio cellulare continuava a non avere campo. Grazie a Dio, il mio
compagno di viaggio, che aveva un cellulare con la scheda diversa dalla mia,
aveva campo, così ho chiamato il mio meccanico di Abidjan e gli ho spiegato
quanto era successo. Mentre il primo meccanico era in viaggio verso la Capitale,
il secondo andava a comprare la nuova guarnizione della testa... Ho messo in
contatto i due meccanici, così che avrebbero potuto incontrarsi!
Qualche chilometro prima di arrivare ad Abidjan, il veicolo sul quale il
meccanico stava viaggiando si è guastato. Ha dovuto aspettarne un altro!
Finalmente è riuscito ad arrivare a destinazione, incontrarsi con l’altro
meccanico e rettificare la testa. Ormai, però, erano le 18,30... Impossibile
rientrare al Villaggio a quell’ora! I meccanici mi hanno avvisato che
avrebbero dormito ad Abidjan e mi avrebbero raggiunto la mattina dopo. Ho
cominciato così a "girovagare" nel Villaggio. Ho scoperto che c’era
una Comunità Cristiana. Il Prete non abitava lì, passava ogni tanto per
celebrare la Messa (come facciamo noi nei Villaggi), però c’era un vecchio
Catechista, responsabile della Comunità Cristiana. Mi sono fatto indicare la
sua casa! Gli ho spiegato quanto mi era successo e che, date le circostanze,
avrei dovuto passare la notte nel Villaggio. Dopo avermi ascoltato, l’anziano
è rimasto per qualche secondo in silenzio, dopo di che ha cominciato a
sorridere e mi ha detto: «Padre, si senta a casa sua! Qui da me lei è a casa
sua!». All’udire queste parole, ho tirato il mio terzo sospiro di sollievo!
Ha preparato una stanza per me ed una per il mio compagno di viaggio. Per
lasciarci le stanze, loro hanno dormito sul pavimento del salone. Mi ha fatto
preparare dell’acqua calda per lavarmi, e mi ha offerto una buona
cena. Io speravo di trovare due metri quadrati per potermi sdraiare per
terra e tirare mattina, invece sono stato trattato meglio che in albergo!
La mattina seguente, mi ha offerto la colazione, e ogni tanto veniva a vedere a
che punto erano i lavori della macchina. Credo proprio che non mi dimenticherò
di quel vecchio, e di tutto quello che ha fatto per me! Verso le nove, i due
meccanici sono arrivati e si sono messi subito al lavoro. Verso mezzogiorno, il
motore era rimontato e funzionante. Restava, però, da scoprire da dove l’acqua
del radiatore era uscita, e perché l’indicatore della temperatura non aveva
segnalato alcuna anomalia. Il meccanico si è accorto che era la pompa dell’acqua
a perdere. Problema: dove trovare un’altra pompa, al Villaggio? Bisognava fare
un altro viaggio ad Abidjan, per comprarne una? Mentre discutevamo sul da farsi,
uno dei curiosi del Villaggio, che era venuto a vedere "che cosa era
successo al bianco", ci ha detto che nel Villaggio c’era una macchina,
uguale alla mia, che non funzionava più. Siamo andati a vedere, e i meccanici
hanno smontato la pompa dell’acqua dalla macchina "rottamata", per
montarla sulla mia... Funzionava! Per la quarta volta ho tirato un sospiro di
sollievo!
Si erano fatte ormai le due del pomeriggio, e mi restavano ancora 500 chilometri
da fare! Dopo aver ringraziato tutti e pagato il lavoro di ciascuno, ho ripreso
il mio viaggio. Il meccanico di Abidjan è venuto con me... Da qualche tempo
aveva manifestato il suo desiderio di conoscere Kani, e così abbiamo
approfittato dell’occasione. Inoltre, dopo soli quattro giorni, Carlos sarebbe
dovuto scendere ad Abidjan per i suoi controlli medici, così il meccanico
sarebbe potuto tornare a casa con lui. La sua presenza per me è stata una
sicurezza in più. Sono arrivato a Kani alle nove di sera, e ancora una volta ho
tirato un sospiro di sollievo!
Questo è tutto! Durante le ore che ho passato in attesa che l’auto fosse
riparata ho pensato che, alla fine di tutto, vi avrei scritto per raccontarvi la
mia "disavventura". In quei momenti ero incerto fra due
"titoli": "Il mio Calvario", o "La mia Via
Crucis". Oggi, guardando indietro con il senno di poi, credo proprio che il
"titolo" più adatto sia: «La Provvidenza!». In effetti: se la
macchina si fosse guastata a trenta chilometri dal Villaggio, anziché a tre
chilometri; se nel Villaggio non ci fosse stato un meccanico; se non avessi
avuto quel compagno di viaggio con il cellulare che funzionava; se non avessi
trovato quel vecchio; se nel Villaggio non ci fosse stata quella macchina
"rottamata", dello stesso modello della mia, con la pompa dell’acqua
che funzionava; se...; se...; se...
Se questa non è "Provvidenza", che cosa è? E tutte quelle persone
che ho incontrato, se non erano degli "Angeli Custodi" inviatimi dalla
Provvidenza, chi erano allora? Forse penserete che, nel tirare queste
conclusioni, stia cadendo nel "banale". Pensate quello che volete: io
ci credo, e continuo a ringraziare il Signore!