"Continuità" ed "originalità" nelle "Visite" di Benedetto XVI
Il Papa «Viaggiatore» che porta a tutti
"Speranza"
Mimmo
Muolo
("Avvenire", 18/11/’11)
Benedetto XVI parte oggi per
il suo ventiduesimo Viaggio
Internazionale, il quarto del 2011 (cui vanno
aggiunte le cinque Visite in Italia),
il secondo in Africa!
Non male per un Pontefice di 84 anni, che fino a Domenica si accinge ad
affrontare più di undici ore di "Volo"
tra andata e ritorno, un brusco cambiamento di clima e un programma che,
ancorché concentrato in tre giorni, sarà molto intenso. Ma al di là delle
statistiche (per completezza si potrebbe ricordare che, in sei anni e mezzo di Pontificato,
il Papa ha compiuto anche 26 Visite in Diocesi Italiane), proprio questo secondo
Viaggio Africano di
Benedetto XVI fornisce lo spunto per alcune riflessioni sul suo modo di
viaggiare. Un campo in cui, come in molti altri, la strada intrapresa è stata
quella di una continuità creativa con il suo immediato Predecessore!
Continuità, innanzitutto! Se, infatti, ogni paragone sul piano numerico è
semplicemente improponibile (Giovanni
Paolo II cominciò il suo Pontificato a 58 anni, Benedetto XVI ha
esordito a 78), è già emerso con chiarezza che Papa
Ratzinger crede nell’efficacia Pastorale delle Visite Apostoliche per
lo meno quanto chi lo ha preceduto. E del resto non sono in pochi a pensare che
l’eredità "Wojtyliana", anche sotto questo profilo, sia un
patrimonio anche per la Chiesa del futuro. Per questo Benedetto XVI continua a
programmare Visite Apostoliche, anche se naturalmente cerca di commisurare gli
spostamenti alle sue forze e alla sua età, come ha ricordato il "Portavoce
Vaticano", Padre
Federico Lombardi, rispondendo a coloro che, di tanto in tanto, sono
tentati da raffronti impropri! In questo senso, la continuità "Ratzingeriana"
non è solo con Karol Wojtyla, ma anche con Paolo
VI, perché Papa Benedetto ha recuperato, proprio nel suo modo di
viaggiare, anche alcuni elementi della feconda stagione "Montiniana".
I nove Viaggi Internazionali di quel grande Pontefice avevano in sé una "emblematicità"
che andava oltre i luoghi fisicamente toccati dai singoli itinerari. In
sostanza, si può dire che quei Viaggi mostrarono le coordinate della "Nuova
Evangelizzazione" sulla quale si sarebbe spinto, fino agli estremi
confini della Terra, lo stesso Giovanni Paolo II. Alla medesima maniera, per
citare nuovamente Padre Lombardi, Benedetto XVI «viaggia per motivi importanti
e non troppo "locali"». E ciò risulta evidente se si passano in
rassegna i 21 "precedenti" del Viaggio che inizia oggi. Salta
innanzitutto agli occhi il gruppo delle «Visite
di Settembre» in Paesi chiave di quell’Europa
che stenta ancora a riconoscere se stessa e le proprie radici Cristiane e alla
quale, invece, il Papa in "Discorsi" memorabili (Ratisbona,
Parigi,
Londra,
Berlino) continua a
ricordare che non ci può essere futuro senza memoria e identità. Ci sono poi
le "Gmg", da ultima
quella di Madrid,
che in modo diverso e nuovo hanno approfondito il rapporto tra il Successore di
Pietro e i giovani; le Visite ad alto tasso di dialogo Ecumenico ed
"Inter-Religioso" (Turchia,
Terra Santa,
ancora Londra, la stessa Germania di due mesi fa); il rapporto con i
"grandi" della Terra e l’Economia ("Usa"
ed "Onu"); i
gesti di affetto, commozione e vicinanza alle vittime dei peccati e delle
violenze fisiche e morali compiute da alcuni uomini di Chiesa; e non è certo
mancata l’attenzione ai diversi Continenti, dal momento che (con la sola
eccezione, finora, dell’"Estremo
Oriente"), gli Itinerari Papali hanno già toccato le cinque
principali parti dell’"Orbe Terraqueo". In definitiva, emerge con
nettezza che tra i grandi temi del Pontificato e le Visite Apostoliche c’è un
parallelismo perfetto. Il Viaggio in Africa è, da questo punto di vista,
ugualmente "paradigmatico"!
Viaggio in un solo Paese, il Benin,
ma con uno sguardo che – grazie all’"Esortazione
Apostolica Post-Sinodale",
"Africae
munus", e ad alcuni appuntamenti, primo tra tutti quello di domani
con il Corpo Diplomatico, le Autorità Politiche e i Rappresentanti Religiosi
– si allargherà inevitabilmente all’intero Continente, ai suoi problemi
(che spesso solo la Chiesa ricorda organicamente alla Comunità Internazionale),
ma soprattutto alle sue enormi potenzialità da non depredare in una sorta di
"Neo-Colonialismo" Culturale.
Non a caso, Benedetto XVI – con un "gesto" senza precedenti nei Viaggi – ,
incontrerà i bambini in una Parrocchia di Cotonou!
Come a ribadire che essi sono il futuro e la "Speranza"
del Continente e del mondo, non un "di più" da
"sterilizzare".
Ecco, il Papa in definitiva viaggia per portare "Speranza"!
Quella "Speranza" che per i Cristiani
ha il nome e il volto di Gesù Cristo. E viaggia per dire, non solo al
"Sud" del Pianeta, ma anche al "Nord" sviluppato e oggi in
profonda crisi, che è da questa "Speranza" che bisogna ripartire!