Comincia
il "volo" dei ragazzi Italiani,
verso la "Gmg" di Rio de Janeiro
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Mimmo
Muolo
("Avvenire",
14/7/’13)
Il grande "ponte
aereo" dei
giovani Italiani,
verso Rio
de Janeiro 2013, è
cominciato! Oltre 1.200 ragazzi (sui 7.000 complessivi) parteciperanno nei
prossimi giorni alla "Settimana
Missionaria",
appuntamento che precede la "Gmg"
vera e propria, e reinventa quelli che nelle precedenti edizioni erano i
"gemellaggi" con le Diocesi del Paese ospitante. Il resto sbarcherà,
invece, più o meno in coincidenza con l’arrivo di Papa
Francesco. Ancora
una volta, dunque, si ripete la "trasfusione" di sangue Italiano nelle
vene del più importante evento giovanile del mondo!
Una costante che accompagna fin dall’inizio la storia, ormai
"ultra-venticinquennale", di questa invenzione di Giovanni
Paolo II! Il
"ponte aereo", infatti, si era ripetuto più o meno nelle stesse
proporzioni, sia a Buenos
Aires nel 1987, sia
a Denver
nel 1993. E perfino quando la "Gmg" ha sfiorato gli estremi confini
della Terra (Manila
1995, e Sydney
2008),
non è mancata una convinta adesione dei nostri ragazzi. Non stupisce, dunque,
che anche in Brasile
il contingente "Tricolore" sia il più numeroso tra quelli che
giungeranno da "Oltreoceano"! E già questo non è un risultato da
poco, considerato il contesto economico (la crisi persistente), e geografico (la
distanza tra i due Paesi, il costo non indifferente della trasferta), in cui la
"Gmg" si svolge. Tuttavia, il dato numerico della partecipazione va
oltre la mera cronaca! E trasmette messaggi in diverse direzioni, che è utile
raccogliere e decodificare... Il primo messaggio, è quello che la Chiesa lancia
al Paese! Una Chiesa, quella della Penisola, che ha sempre creduto nei giovani,
e vi ha investito risorse educative e materiali, che hanno trovato poi nelle "Giornate
Mondiali", e
nella nascita del "Servizio
Nazionale di Pastorale Giovanile"
della "Cei",
il loro naturale completamento. Le "Gmg", in particolare, sono diventate
l’ago e il filo con cui i Vescovi Italiani hanno saputo cucire momenti di
straordinaria aggregazione (come gli Incontri Mondiali, "Eurhope
1995", e l’"Agorà
dei Giovani"
del 2007)
con il lavoro Pastorale ordinario, ottenendone un abito su misura, che ha finito
per ringiovanire lo stesso Corpo Ecclesiale. Anche questo, non è un risultato
da sottovalutare! In un’epoca in cui i giovani sono spesso considerati un
problema, anziché una risorsa, la Chiesa
Italiana va in
controtendenza, affermando con i fatti che dar loro fiducia produce frutti, e
torna a vantaggio dell’intera società. Il secondo messaggio è quello che gli
stessi ragazzi trasmettono ai loro coetanei, e a tutta l’Italia...
Non solo quelli che andranno a Rio, ma anche il più vasto numero di coloro che
seguiranno la "Gmg" restando a casa, e avvalendosi delle moderne
tecnologie!
Nelle Diocesi, sono stati organizzati circa quaranta eventi di contemporaneità
con la "Giornata Mondiale"! E il numero è, probabilmente, destinato a
salire! Dunque, i 7.000 di Rio sono solo la punta di "iceberg" di un popolo
giovanile che, pur vivendo nel mondo e usandone mezzi e potenzialità, ha
compreso che non da "Internet", dal denaro o dagli "Smartphone"
verrà la salvezza, ma dalla Parola di Uno che, duemila anni fa, è salito sulla
Croce, e che da allora non smette di aprire le braccia a tutti, proprio come fa
la Statua simbolo, il Cristo del "Corcovado", della "Gmg"
del 2013. Questi giovani, che vivono come gli altri il dramma della precarietà
affettiva e lavorativa, che spesso vengono sbrigativamente bollati come
inaffidabili proprio da quelle generazioni di adulti che hanno favorito le
premesse della crisi attuale (e di cui gli stessi giovani rischiano di pagare il
conto più salato), vanno a Rio (o seguiranno l’evento, in tempo reale, dall’Italia),
per dire invece che su di loro possiamo contare. Non in base a un ottimismo
giovanilista di facciata, ma perché essi stessi hanno scelto di fondare la loro
esistenza sulla Speranza che non delude!